2040 la plastica in mare sarà di 30 milioni di tonnellate l’anno. Nuovo studio internazionale

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Il 23 Luglio è stato pubblicato su Science un articolo scritto a molte mani, di cui è co-autore il “nostro” Enzo Favoino di Zero Wast Italy, dal titolo “Evaluating Scenarios Toward Zero Plastic Pollution” (Valutazione degli scenari per arrivare ad annullare l’inquinamento da plastica).

I ricercatori hanno prodotto un’analisi incredibilmente dettagliata di come la plastica si muove attraverso l’economia e quanto viene mal gestita nell’ambiente sotto forma di inquinamento. Gli scenari presentati nel documento sono realistici e offrono un messaggio chiaro ai governi, le imprese e a tutti noi, che è necessario uno sforzo molto maggiore per affrontare l’inquinamento da plastica.

Dalle cannucce e borse alle tazze e tamponi, la quantità di rifiuti di plastica nell’oceano dovrebbe triplicare nei prossimi due decenni, minacciando la salute degli esseri umani e del pianeta e alimentando il cambiamento climatico.

Il messaggio chiave di questo documento è che anche con enormi cambiamenti nel modo in cui le materie plastiche vengono prodotte, utilizzate, riutilizzate e smaltite, l’inquinamento da plastica a terra e nell’oceano è qui per rimanere.

Tuttavia, esistono già soluzioni per ridurre questo inquinamento fino all’80%, come nella relazione e nel suo documento scientifico che delinea un nuovo modello per quantificare le scorte e i flussi di plastica in tutto il mondo.

La pandemia da coronavirus rappresenta una sfida aggiuntiva, poiché il consumo di plastica monouso è aumentato enormemente durante la crisi.

Riassumendo, ecco 10 punti sull’inquinamento da plastica e modi per ridurlo , come dalla ricerca pubblicata sulla rivista Science:

1* Si stima che 11 milioni di tonnellate di plastica siano entrate nell’oceano nel 2016, aggiungendosi a circa 150 milioni di tonnellate già presenti. Tale importo potrebbe triplicare se non si interviene per affrontare la prevista crescita della produzione e del consumo di plastica.

2* In totale, si prevede che oltre 1,3 miliardi di tonnellate di plastica saranno scaricate a terra o nei corpi idrici, compreso l’oceano, tra il 2016 e il 2040.

3* Ogni anno, più di 30 milioni di tonnellate di plastica vengono scaricate sulla terraferma e quasi 50 milioni di tonnellate vengono bruciate allo scoperto, generando fumi potenzialmente tossici e contribuendo alle emissioni di gas a effetto serra.

4* La principale fonte di inquinamento da plastica è costituita dai rifiuti solidi urbani non raccolti, in gran parte dalle famiglie. Circa il 25% di tutti i rifiuti di plastica non viene raccolto e ciò potrebbe salire a un terzo entro il 2040.

5* Senza alcuna azione, le emissioni di riscaldamento dei pianeti legate alla plastica raddoppierebbero entro il 2040 e rappresenterebbero il 19% del bilancio annuale totale delle emissioni in linea con la limitazione dell’aumento della temperatura globale a 1,5 gradi Celsius (2,7F), per evitare un riscaldamento catastrofico. Oggi, la catena del valore della plastica contribuisce al 3% delle emissioni globali.

6* Poiché la plastica rimane nell’oceano per centinaia di anni e potrebbe non essere mai veramente biodegradata, ci potrebbero essere 600 milioni di tonnellate nei mari entro il 2040. Questo rappresenta il peso di più di 3 milioni di balenottere azzurre.

7* Gli attuali impegni del governo e dell’industria ridurrebbero la quantità di plastica che fluisce nell’oceano solo del 7% entro il 2040, mentre la produzione globale di plastica dovrebbe aumentare del 40% nel prossimo decennio.
Questo studio dimostra che gli impegni esistenti per la riduzione dei rifiuti di plastica non saranno sufficienti per prevenire questo continuo aumento dell’inquinamento da plastica.

8* Una combinazione di otto misure, che utilizzano tecnologia e soluzioni oggi disponibili, potrebbe ridurre il volume di plastica che va nell’oceano fino all’80%. Questi includono la sostituzione di alcune materie plastiche con alternative come carta e materiali compostabili, la progettazione di prodotti riciclabili e imballaggi e la raccolta di più rifiuti nei paesi a medio e basso reddito.
Nonostante l’entità e i probabili costi di tali interventi, tale revisione del sistema dovrebbe infatti essere economicamente più sostenibile rispetto allo scenario attuale, ed è stimato al 18% inferiore al “business as usual” per i contribuenti. a causa della ridotta necessità di produzione di nuovi materiali.

9* Questi cambiamenti potrebbero, entro il 2040, rendere gli oceani più sani, risparmiare ai governi 70 miliardi di euro, ridurre le emissioni annuali di gas a effetto serra legate alla plastica del 25% e creare 700.000 posti di lavoro.

10* I paesi ad alto reddito dovrebbero concentrarsi sulla riduzione del consumo di plastica, sul miglioramento della progettazione e del riciclaggio dei prodotti. Nelle economie più povere, sono necessari sforzi per migliorare la raccolta dei rifiuti e investire nella selezione e nel riciclaggio. Ma soprattutto, servono politiche e pratiche più aggressive che aggrediscano il problema alla radice, lavorando soprattutto sui livelli più elevati della gerarchia delle azioni: la riduzione, la durevolezza, il riuso, la minimizzazione del monouso.

Per i più tecnici ecco il link dell’articolo
Evaluating Scenarios Toward Zero Plastic Pollution